La storia

La storia

La Porta Praetoria – luogo privilegiato della tradizionale fiera di Sant’Orso e stazione delle antiche processioni - è uno dei monumenti romani meglio conservati della città di Aosta. Era la più maestosa delle quattro porte urbiche di Augusta Praetoria, attraversata dal decumano massimo (principale asse viario est-ovest) e perfettamente in linea con l’Arco di Augusto e con il ponte sul Buthier. È costituita da due cortine parallele di tre arcate ciascuna, separate da un ampio cortile interno su cui affacciano due torri a pianta rettangolare. Delle tre arcate quella centrale era destinata al passaggio dei carri, mentre quelle laterali, più piccole, erano riservate ai pedoni. Il recente restauro ha consentito, secondo una metodologia già sperimentata al Teatro romano, di effettuare il punto della situazione sulla storia del monumento incrociando i dati ricavati dai sondaggi archeologici con quelli del restauro vero e proprio. Nel corso dei lavori compiuti sulla cortina orientale gli archeologi della Soprintendenza regionale hanno potuto accertare che le fasi costruttive della Porta Praetoria furono due già in età romana. Nella prima fase, coeva alla fondazione di Augusta Praetoria (25 a.C.), furono realizzate le due cortine di arcate in puddinga. La fronte est presentava un fregio sommitale costituito da metope e triglifi, simile a quello dell’Arco di Augusto. Solo successivamente venne addossata la seconda facciata, che tuttora ammiriamo, realizzata in travertino, rivestito con marmo bianco e bardiglio; era conclusa da rilievi e gruppi scultorei in bronzo di cui sono stati rinvenuti i fori di alloggiamento delle staffe. All’epoca carolingia si deve poi far risalire la costruzione della cappella collocata sopra l’arcata meridionale e ricordata nelle fonti della fine del XII secolo come Cappella della Trinità. Un precedente restauro della Porta Praetoria, effettuato nei primi anni trenta del Novecento da Ernesto Schiaparelli, soprintendente archeologico del Piemonte, aveva distrutto le strutture murarie della cappella. Tuttavia le recenti indagini hanno consentito di verificare che essa era absidata, dotata di un fonte battesimale e collegata tramite una porta alla Torre dei Signori di Sant’Orso che la metteva in comunicazione con il livello della strada. E proprio le tracce di usura riscontrate nel pavimento della zona absidata, nei pressi dell’altare, farebbero pensare ad una devozione processionale, peraltro confermata dal persistere, fino a pochi decenni fa, di culti particolari legati alla cappella e al piccolo oratorio costruito ai piedi dell’arcata orientale (oggi ridotto a semplice nicchia) come quelli delle domeniche della Trinità e delle Palme.

Buona parte della Porta Praetoria, specialmente il fornice a sud dove oggi è l’ingresso del ristorante IANUA, fino alla fine dell’Ottocento era occupato da tre case di civile abitazione. Grazie all’impegno di Alfredo d’Andrade, direttore dell’Ufficio regionale per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria, di concerto con il Comune di Aosta, furono portate a compimento l’espropriazione e la demolizione delle case e contestualmente venne realizzato il primo restauro della più importante porta urbica romana di Aosta.

L’ultimo intervento sul monumento, compiuto qualche anno fa dalla Soprintendenza regionale ai Beni e alle attività culturali, ha riportato alla luce l’antico piano stradale romano e grazie a un sistema di passerelle pedonali consente di ammirare le strutture romane in tutto il loro ritrovato splendore.

(Testo Federica Giommi)